Anselmo Grotti

Ai tempi del regime sovietico bisognava esprimere la critica e il dissenso in modo prudente, spesso usando il registro dell’ironia. Si diceva ad esempio che il posto più elevato di Mosca fosse il palazzo della Lubjanka: era talmente alto che da lì si poteva vedere la Siberia. In realtà si tratta di un edificio davvero imponente, ma di soli cinque piani. Solo che, essendo la sede del KGB, cioè i servizi segreti sovietici, chi ci veniva arrestato finiva subito deportato in qualche campo della Siberia.

Allo stesso modo si ironizzava sul nome dei principali quotidiani: “Izvestija” (“Notizie”) fondato durante la rivoluzione del 1917, e “Pravda” (“Verità”), organo ufficiale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Si diceva infatti: è giusto che siano due giornali separati. Così è chiaro che “nella verità (“Pravda”) non vi sono notizie, e nelle notizie (“Izvestija”) non c’è verità.

Si trattava di potenti macchine per il consenso. La “Pravda” raggiunse il suo massimo di tiratura nel 1975: ogni giorno venivano stampate quasi 11 milioni di copie, una cifra davvero impressionante (“Il Corriere della Sera” non arriva a 400.000 copie). Fino al 1937 varie tonnellate di “Pravda” venivano ogni giorno portate in aereo da Mosca a Leningrado. Poi arrivò il telex, e il giornale venne stampato contemporaneamente in più zone del vastissimo impero sovietico. Durante la seconda guerra mondiale veniva portata anche nelle zone occupate dai tedeschi, nascosta nei barili di pesce dell’Artico. L’ironia russa non mancò all’appuntamento nemmeno in quelle tragiche circostanze: si diceva che era la prima volta che il giornale non serviva a incartare il pesce, ma il contrario. Consapevoli dell’influenza enorme del quotidiano, i nazisti giunsero a stampare e diffondere persino una loro falsa “Pravda” come strumento di contropropaganda.

Due sintetiche riflessioni finali: il KGB non c’è più, ma la Lubianka ospita ancora i servizi segreti (di Putin). Il giochetto Notizie/Verità si può declinare anche in molte altre lingue diverse dal russo.